Precise e nette come tavole architettoniche le sue illustrazioni trasudano solitudine e irrealtà, mitigate solo dall’utilizzo di colori ipersaturi.
Dal padre architetto Leonie Bos ha imparato la meticolosità e la capacità di prendere tanti elementi diversi e assemblarli fino a farli diventare un’unità perfetta. Anche quando compaiono solitarie figure umane, i veri protagonisti restano i palazzi, le scale, le finestre o gli arredi di una stanza, perfettamente riconoscibili eppure irreali grazie all’uso di colori insoliti o di particolari incongruenti.
L’illustratrice olandese lavora in digitale con uno stile che ricorda le vecchie litografie, leggermente sbavate e con i colori fuori registro, spesso simulando la granulosità della carta e le imperfezioni di stampa. Un effetto che aumenta la sensazione di déjà-vu e straniamento che si prova nell’osservare le sue opere. Alcune inquadrature e ombre ricordano le architetture metafisiche di DeChirico o le istantanee di strade e città svuotate divenute tristemente normali in tempo di pandemia.
Bos vive e lavora come freelance ad Amsterdam. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti e prima di diventare illustratrice a tempo pieno ha fatto esperienza come web designer, graphic designer e art director. Trovate tutti i lavori sul suo sito e su Instagram.