A marzo del 2020, quando il mondo ha iniziato a prendere consapevolezza di una situazione ogni giorno più critica, abbiamo provato tutti la sensazione di trovarci all’interno di una sorta di bolla, una parentesi terribile che inevitabilmente si sarebbe conclusa riportandoci, seppur per gradi, alla vita di tutti i giorni. Purtroppo a distanza un anno non solo ci siamo resi conto che il quadro, se possibile, è ulteriormente peggiorato, ma che alla tragedia della pandemia si sono sommati tutta una serie di altri disastri che hanno avuto e avranno pesanti ripercussioni sulle nostre vite.
Incendi, allagamenti, invasioni di insetti, terremoti, l’anno appena trascorso non ci ha risparmiato nulla e non c’è parte del globo che non sia stata colpita da qualche calamità. Già provati fisicamente e psicologicamente dagli effetti del coronavirus e dei conseguenti lockdown, ci siamo sentiti sopraffatti e sconfitti. Il desiderio di scappare, di evadere, si è fatto strada dentro di noi come un fiume in piena.
Questo stato d’animo collettivo ha fornito a Simo Liu, illustratrice di Los Angeles, la motivazione per creare la propria visione della realtà e per inviare un messaggio di speranza attraverso l’illustrazione. Il progetto che ne è derivato, “Escape“, è una sequenza di nove tavole: otto di esse riassumono i più disastrosi avvenimenti dell’ultimo anno; l’ultima, la più importante, è una finestra aperta sulla speranza, su un futuro in cui si potrà nuovamente camminare liberamente per le strade, col sole negli occhi e il vento che ci sferza il viso.
Le tavole rappresentano delle stanze surreali in cui vanno in scena i drammi che abbiamo descritto. Hanno uno stile geometrico e colorato, come a voler stemperare un po’ la tensione narrativa. L’illustratrice mi ha raccontato che per realizzarle si è ispirata alle opere di Escher e al film sudcoreano “Parasite”. Con la tavola che le riunisce tutte Simo ha partecipato all’edizione 2020 del concorso di illustrazione Tapirulan, a tema “utopia“.
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