Pochi elementi stilizzati e una palette di colori vivaci per mettere in scena dettagli di realtà che diventano piccole epifanie.
La sensibilità e la capacità di sintesi di Alessia Margarita le consentono di cogliere i particolari della vita quotidiana ai quali quasi non prestiamo attenzione ma che sono in grado, da soli, di cambiare il nostro punto di vista. L’illustratrice italiana riduce a icone cose, concetti e persone facendoli agire come attori sulla scena dei suoi personali minidrammi. Le ho rivolto alcune domande per farvela conoscere meglio.
“Uncover the human in anyone”, illustrazione per il progetto Reimagining Human Rights, patrocinato da Fine Acts, un’organizzazione globale che si occupa di promuovere iniziative sociali attraverso l’arte e l’attivismo.
Ciao Alessia e benvenuta su Picame. Iniziamo con una breve introduzione per i nostri lettori: chi sei, da dove vieni e che cosa fai.
Ciao! Sono stata da sempre appassionata di disegno e curiosa di tutto ciò che riguarda la creazione di contenuti visivi, la mia precedente formazione in architettura mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della progettazione e da lì poi mi sono spinta verso il mondo del design. In quest’ottica ho iniziato i miei studi in design della comunicazione e attualmente collaboro con studi e professionisti in questo settore, dedicandomi nel frattempo all’illustrazione.
Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Il lavoro di altri artisti, designer, fotografi, insomma dalla realtà che mi circonda. Sono del parere che potenzialmente tutto arricchisca se lo si guarda con la giusta attenzione, si possono scoprire un sacco di stimoli che permettono di valorizzare le banalità e l’ovvietà quotidiana per poi reinventarle, sottraendole agli schemi per creare qualcosa di interessante. In questo senso mi piace estrapolare elementi semplici da scenari quotidiani e apparentemente normali, rendendoli speciali aggiungendo qualche dettaglio insolito.
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Wayne Thiebaud, Leonardo Cremonini, Nicolas Party.
Quali sono le tue passioni, oltre all’illustrazione?
La fotografia, vista piuttosto come strumento di annotazione di quello che mi succede e soprattutto come scoperta del circostante in tutte le sue sfaccettature. Mi permette di concentrarmi ed esplorare meglio i dettagli più semplici, per poi riscoprirli sotto una luce completamente differente.
Un artista o un personaggio del presente o del passato che ti piacerebbe incontrare di persona?
Domanda difficile, non saprei mai rispondere definitivamente, ma per ora un personaggio che mi viene in mente è Alan Fletcher.
Un obiettivo lavorativo che vorresti realizzare a breve.
Lavorativamente parlando per ora non ho un obiettivo prefissato a breve termine, vivo molto alla giornata e cerco di cogliere tutte le occasioni che si presentano, prendendole piuttosto come opportunità di crescita, sia personale che professionale.