Le illustrazioni concettuali di Kelly Romanaldi vanno dritte al punto, con quel tanto di ironia che attrae subito l’attenzione. Il suo stile è caratterizzato da una palette di colori accesi, forme semplificate e composizioni sintetiche che mettono in evidenza i personaggi e i temi affrontati, come nel simpatico header che ha realizzato in esclusiva per tutti i lettori di Picame.
Per farvela conoscere meglio le ho rivolto alcune domande.
Ciao Kelly. Iniziamo con una breve introduzione per i nostri lettori: chi sei, da dove vieni e che cosa fai.
Ciao a tutti! Sono Kelly, illustratrice e graphic designer vicentina classe 1992. Dopo aver lavorato in Bulgaria come grafica, nel 2018 decido di aprire la partita IVA e immergermi totalmente in questo mondo.
Come definiresti il tuo stile?
I miei lavori sono molto minimal, spesso concettuali e contraddistinti da tagli netti e decisi. In generale comunque mi piace variare in base al progetto richiesto, non mi piace fossilizzarmi troppo con uno stile unico. Preferisco adottare molte sfumature differenti, pur mantenendo la mia impronta.
La cosa buffa è che quando iniziai a disegnare in digitale avevo uno stile completamente diverso, molto ricco e più da character designer e non ne ero soddisfatta. L’essenziale spesso è una formula vincente.
Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Principalmente i manifesti pubblicitari degli anni ’20. Alle superiori ho portato questo argomento in tesina, prima ancora di capire che sarebbe stato questo il mio futuro e che sarebbe diventata la mia più grande passione. Inoltre adoro lo stile degli anni ’50 e ’60, sia per il design, la moda, il cinema. Nel corso del tempo ho guardato talmente tanti film di quegli anni che credo mi abbiano profondamente influenzata.
Quale tecnica utilizzi?
Digitale. Utilizzo principalmente Illustrator e ultimo il lavoro su Photoshop con la tavoletta grafica, aggiungendo grane particolari e pennelli creati da me. Quando mi venne regalata la mia prima tavoletta grafica ricordo che mi fossilizzavo con l’utilizzo di Photoshop, invece ora adoro utilizzare questi programmi in sinergia, sfruttando le caratteristiche migliori di ognuno.
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Riccardo Guasco, Luca Font e Michele Bruttomesso. Tre artisti con tre stili completamente diversi, anche se tutti molto puliti e essenziali.
Digitale VS analogico: uno strumento tradizionale ed uno tecnologico a cui non potreste mai rinunciare.
Per il tradizionale ti direi banalmente la matita. Spesso quando ho un’idea la schizzo brutalmente su carta e successivamente la elaboro al computer. Lo strumento tecnologico di cui proprio non potrei fare a meno sicuramente la mia Wacom Cintiq, anche se a volte è un po’ ingombrante.
Quanto è importante per un artista la presenza sui social media?
Al giorno d’oggi molto, specialmente se sei agli inizi e poco conosciuto. Portano sicuramente molta visibilità ma non nego che comunque ci sono dei lati negativi: bisogna ritagliarsi molto tempo per seguirli e spesso ci sentiamo sminuiti se non riceviamo abbastanza like (come se fossero quelli a determinare la bravura di un artista!).
Cosa c’è sulla tua scrivania?
In questo momento ho il mio taccuino personale in cui appunto tutte le mie idee e delle prove di stampa di alcune nuove illustrazioni. Una menzione speciale va al mio tappetino del mouse: ho un tappettino veramente orribile di Star Wars ma non riesco a separarmene.
Un obiettivo lavorativo che vorresti realizzare entro un anno.
Vorrei riuscire a collaborare con più testate giornalistiche e case editrici, creare un libro tutto mio e aprire uno studio di comunicazione. Certo, magari non succederà entro un anno ma non demordo!
Scoprite tutti gli altri lavori di Kelly sul suo sito e gli aggiornamenti su Instagram.