Pochi elementi ricorrenti bastano a Marica Zottino per costruire messaggi evocativi che suonano come inviti, semplici ma che colgono nel segno. Emozioni trasformate in metafore che l’illustratrice veneta realizza con uno stile ornamentale dai colori tenui, tanto piacevole da farci venire voglia di metterle in cornice per appenderle nel salotto della nostra anima.
Grazie a questa sensibilità nel novembre 2018 uno dei lavori di Marica è diventato virale in tutto il mondo. Un’illustrazione realizzata e pubblicata di getto sui social che mostra un perizoma nero di pizzo che diventa bandiera, accompagnato dall’hashtag del movimento di protesta #thisisnotconsent, nato in seguito ad un triste caso di cronaca giudiziaria. Il disegno è diventato immediatamente un manifesto contro la violenza sessuale, raccogliendo migliaia di like e condivisioni, oltre che numerosi rilanci dalle testate internazionali, compresa Al Jazeera. In questa intervista è la stessa Marica a spiega il suo punto di vista sull’argomento.
La passione di Marica risulta forse inaspettata per chi si ferma all’aspetto decorativo e “gentile” dei suoi disegni. Un doppio registro stilistico che possiamo apprezzare anche nell’header che ha voluto dedicare a tutti i lettori di Picame.
Le ho rivolto qualche domanda per farvela conoscere meglio.
Ciao Marica. Iniziamo con una breve introduzione per i nostri lettori: da dove vieni e che cosa fai.
Ciao a tutti! Vivo e lavoro a Treviso e dal 2012 sono illustratrice freelance. Prima di dedicarmi a tempo pieno all’illustrazione ho lavorato come product designer nel settore accessori e come grafica e textile designer in uno studio stilistico, esperienze che in qualche modo mi sono “portata dietro” sia nel segno che nella metodologia di lavoro.
Come descriveresti il tuo stile?
Qui devo fare una piccola distinzione: ho iniziato con un segno molto decorativo e ornamentale e quando si tratta di lavori commissionati da clienti mi capita ancora di rimanere su quel registro, specie per i coloring book destinati al mercato francese Sul piano personale, invece, il segno si sta via via spogliando degli elementi ornamentali per andare verso uno stile più emozionale, evocativo. Mi piace molto cercare di rappresentare situazioni e sensazioni utilizzando degli elementi, delle “parti” in cui molti si possano riconoscere. Tra i miei soggetti ricorrenti ci sono senz’altro le mani e i cuori anatomici.
Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Adoro le tavole botaniche e zoologiche dell’800, i disegni di Ernst Haeckel, l’immaginario grafico dei tatuaggi traditional e new traditional, la natura, ma in generale cerco di essere sempre curiosa e di trarre ispirazione un po’ da tutto quel che mi circonda e dalle situazioni che vivo.
Quale tecnica utilizzi?
La maggior parte dei lavori li realizzo in digitale con iPad Pro e Procreate, ma a volte mi piace concedermi il “lusso” di tornare a disegnare sul foglio. La colorazione, però, la realizzo sempre in digitale.
Tre artisti che ti senti di consigliare ai nostri lettori.
Solo tre? Katie Scott, Laura Callaghan e James Jean.
Digitale VS analogico: uno strumento tradizionale ed uno tecnologico a cui non potreste mai rinunciare.
Per il tradizionale le penne pigma micron, per il tecnologico il mio iPad Pro!
Quanto è importante per un artista la presenza sui social media?
Di sicuro la presenza sui social media ha una grossa importanza, ma per quel che mi riguarda non in termini di like o di follower, che hanno una valenza molto relativa. Credo l’aspetto più interessante sia la possibilità di raggiungere immediatamente e simultaneamente un “pubblico” molto vasto, all’interno del quale ci possono essere potenziali clienti o contatti lavorativi, colleghi, o “utenti” finali dei prodotti a cui stiamo lavorando e con in quali possiamo anche instaurare un dialogo diretto. Personalmente sono molto più presente su Instagram che su altri canali ma con un ritmo un po’ discontinuo che risente molto del mio carico lavorativo.
Cosa c’è sulla tua scrivania?
Il mio iMac, la tavoletta Wacom, l’iPad Pro e la stampante. Ho da poco cambiato scrivania e ne ho presa una molto più grande della precedente, che mi sforzo ti tenere ordinata. Sulla parete di fronte a me un sacco di post it, liste e schemi con lo stato dei lavori in corso. Ho bisogno di visualizzare tutto per tenere sotto controllo la situazione e le priorità.
Un obiettivo lavorativo che vorresti realizzare entro un anno.
In realtà ho molte idee ferme nel cassetto e l’obiettivo più importante da raggiungere è quello di dedicare ai progetti personali una quantità di tempo adeguata e continuativa in modo da portarli a termine, oltre a ritagliarmi del tempo per poter studiare, sperimentare e approfondire nuove tecniche.