Lo street artist Andreco denuncia l’emergenza ambientale con un murale fatto di polveri sottili

Arriva a Nuova Delhi “Climate Art Project”, il progetto che l’artista-scienziato Andreco porta avanti dagli accordi di Parigi (COP21) del 2015 e che ha già toccato le tappe europee di Parigi, Bologna, Bari e Venezia.

L’artista romano, con un dottorato di ricerca in Tecnologie Ambientali per la Sostenibilità Urbana presso l’università di Bologna in collaborazione con la Columbia University di New York, sa bene di cosa parla. La sua ricerca artistica è incentrata sulla relazione tra uomo e natura e tra l’ambiente urbano e il paesaggio naturale. Dal 2000 Andreco lavora su anatomia, sostenibilità ambientale, urbanistica, ecologia. Sulla base di questa ricerca ha creato un vero e proprio alfabeto di simboli.

È dedicato all’inquinamento dell’aria e dell’acqua il quinto capitolo di “Climate Art Project“. Nato nel 2015 nel corso di COP21, il progetto ha già toccato quattro tappe in Europa affrontando i temi dell’emissioni delle polveri sottili, dell’innalzamento del livello del mare, dell’esaurimento delle risorse idriche, delle emissioni di CO2. La tappa 05 Reclaiming Air and Water quality non poteva che essere Nuova Delhi se si considera che la città vanta uno dei più alti livelli di inquinamento al mondo e che lo Yamuna e il Gange, i due fiumi che la bagnano, seppur considerati sacri e con gli stessi diritti giuridici degli esseri umani, sono tra i più inquinati del globo.

Il progetto si compone di vere e proprie azioni: murales, ma anche performances, installazioni e sculture. Nel caso di Nuova Delhi si è trattato di un murale, una parata (compiuta da giovani e giovanissimi residenti del quartiere) e una conferenza sul tema aperta alla cittadinanza. Il tutto realizzato all’interno del Lodhi Art Festival 2019 organizzato da ST+ART India Foundation in collaborazione con l’Istituto italiano di Cultura.
Nello specifico il murale, ispirato dagli scritti dell’autore indiano Amitav Ghosh e il movimento internazionale “Extinction Rebellion”, è stato dipinto utilizzando i colori AIR-INK, realizzati riciclando la PM 2,5 – inquinante prodotto in atmosfera dagli scarichi industriali. E così, i suoi caratteristici prismi neri e le sue formule chimiche contrastano la parete di una costruzione dai colori sgargianti com’è tipico dei quartieri popolari indiani. In questo modo l’artista è riuscito a far passare il messaggio di poter limitare gli effetti di una polvere a granulometria fine, capace di penetrare nei polmoni, riutilizzandolo al servizio dell’arte. Coerenza di forma e contenuto quindi, ma anche di tecnica.

Attendiamo con ansia la prossima tappa del “Climate Art Project” di Andreco!

Curatrice indipendente, laureata in Architettura. Dal 2012 dedica la sua ricerca al rapporto tra arte e città. Scrive per Picame dal 2019.

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