Laurence Vallières è un’artista canadese che negli ultimi anni ha perfezionato una tecnica che prevede il riutilizzo di vecchi scatoloni di cartone per la creazione di sculture anche di grandi dimensioni. I soggetti provengono quasi sempre dal mondo animale ed è lei stessa a spiegarne la motivazione:
Uso l’immaginario animale per simbolizzare e rappresentare questioni politiche e comportamenti sociali. Il mio lavoro è fortemente ispirato alla letteratura di autori come Georges Orwell e Art Spiegelman. L’abile uso della metafora ha permesso loro di criticare un problema o una filosofia senza dichiarare esplicitamente il bersaglio della loro rabbia. Allo stesso modo voglio che le mie opere inizialmente catturino l’occhio dello spettatore per poi lasciargli qualcosa da riconsiderare molto tempo dopo. Scolpisco scimmie, elefanti e rinoceronti pensando ai loro corrispondenti umani o alle ideologie che rappresentano.
Palese la critica verso le grandi multinazionali che sfruttano le risorse del pianeta restituendo inquinamento e distruzione dell’ecosistema in cui gli animali vivono. Tra di essi anche tanti personaggi Disney, con cui l’artista rende ancora più stridente e “fastidioso” il contrasto tra i soggetti e le tematiche affrontate.
Laurence ha trascorso alcuni anni a San Pietroburgo, città che ha influito in maniera sostanziale sulla definizione del suo immaginario artistico, perchè ricca di storia e di patrimonio architettonico-culturale. In netto contrasto con Los Angeles, città in cui attualmente vive e lavora, che con i suoi spazi ampi ma – a suo dire – privi di storia e trascurati, ha fatto nascere in lei l’esigenza di portare le sue opere fuori dalle gallerie per integrarle nel contesto metropolitano e, se possibile, arricchirlo.