Piccoli omini stilizzati per raccontare sentimenti e relazioni sui muri della città: ecco l’arte non autorizzata di Exit/Enter.
Inauguriamo con questo articolo una nuova rubrica della categoria street art dal titolo Size Doesn’t Matter che, in barba ai murales da guinness per altezza o estensione, si concentra sui piccoli grandi pezzi d’autore che si celano nei vicoli delle nostre città.
Iniziamo con un artista nostrano, toscano, che definisce Firenze “il grembo in cui è nato” artisticamente e in cui tuttora risiede. Il suo nome è Exit, come le uscite per trovare una soluzione, il suo cognome è conseguentemente Enter, perché quando si esce da un luogo, si entra obbligatoriamente in un altro. Troverete le sue opere meno recenti firmate con un .K, ma lo riconoscerete comunque per via del suo tratto sintetico ed essenziale da cui prendono forma gli ormai celeberrimi omini. Inevitabili i rimandi al maestro de “La linea” Osvaldo Cavandoli, a cui Exit/Enter stesso ha affermato più volte di ispirarsi, ma non mancano i riferimenti anche al genio di Keith Haring e al contemporaneo Stik.
Ciò che contraddistingue i lavori di Exit/Enter – soprattutto in strada – è la carica espressiva dei suoi personaggi, così semplici eppure capaci di trasportarci in una dimensione romantica, quasi onirica, spiazzando l’osservatore occasionale immerso nel clima urbano. Non solo di cuoricini rossi, palloncini e fiori parlano i muri di Exit/Enter, ma attraverso queste forme semplificate, riescono a raccontare di sogni e paure, lanciano messaggi sociali, religiosi e qualche volta politici (vedi l’opera 1+1=1), sempre ottenuti con pochi e minimali tratti. Le ispirazione erano e restano da rintracciare nelle strade notturne, come l’artista stesso afferma:
“La notte, la città deserta, i muri rotti… non trovo situazione migliore per rendere la mia espressione viva… Inizialmente per me uscire la notte a dipingere era la soluzione dei miei problemi, come una terapia.”
Per questo, nonostante sia impegnato in vari progetti legali ed autorizzati, non ha mai perso il suo tratto istintivo e ancora oggi predilige i lavori spontanei, in strada, senza autorizzazione. Dal 2013 infatti dipinge angoli di muri scorticati, cabine elettriche e cassette di Firenze, città delicata in cui grandi interventi murali risulterebbero inappropriati. E proprio attraverso la sua delicatezza e la sua eleganza Exit/Enter trova il modo di interagire coi passanti, turisti o residenti che siano, donando loro l’occasione di un sogno, di una riflessione sulle proprie paure e speranze.
I suoi lavori si possono comunque scovare anche tra i vicoli di Lisbona, Bruxelles, Valencia, Barcellona, Amsterdam, Venezia, Napoli, Roma, Palermo, Bologna, Pisa. Se non avete tempo di visitarli tutti cliccate qui.