Se pensate che romanticismo e gentilezza siano stati sepolti da tonnellate di superficialità digitale ho una buona notizia per voi. Sotto le ceneri il fuoco del sentimento e delle buone maniere arde ancora e alimenta la fantasia degli artisti. Come nel caso di Pietro Tenuta, il “Maniaco d’Amore” che già abbiamo conosciuto un po’ di tempo fa.
Torinese, ventiquattro anni, timido ma sempre gentile, Pietro è un inguaribile romantico che grazie ad Instragram ha trovato il coraggio di mettersi a nudo senza paura di mostrare le proprie debolezze. Lo fa in maniera naturale, utilizzando l’illustrazione come linguaggio universale e le parole come corollario. I suoi followers amano questa spontaneità e lui trova sempre un momento per ricambiare il loro affetto. Ultimamente, è riuscito persino a coinvolgerli nel processo creativo di alcune sue opere.
Incuriosito da questa personalità variopinta gli ho chiesto di incontrarci per un’intervista. La chiacchierata è iniziata al Caffè del Binari a Milano davanti a un espresso e a un cornetto caldo ed è proseguita al White Street Market, dove siamo stati ospiti di New Balance Italia.
Ciao Pietro, bentornato su Picame. L’ultimo articolo che ho scritto su di te risale ad un anno fa. Cosa è successo nel frattempo?
In un anno di cose ne sono successe, questo grazie anche a Picame! Ho esposto in posti stupendi, ho conosciuto persone speciali, ho compiuto 24 anni (anche se me ne sento sempre 10), ho anche dovuto lasciare andare dei sogni. Ma é stato un anno pieno d’amore grazie al sostegno delle persone che mi circondano e di quelle che mi seguono.
Come nasce una storia illustrata di Maniaco d’Amore?
A volte incomincia con un pensiero, un gesto quotidiano, magari di quelli a cui non prestiamo abbastanza attenzione, a volte é successo con le canzoni. Quando nasce da un pensiero mi viene anche piú facile scrivere dopo. Quando invece incomincia per associazioni di immagini ci vuole piú tempo per estrapolare il messaggio e renderlo valido come descrizione. Cerco di trovare ispirazione nelle cose quotidiane, in modo da rendere le mie illustrazioni parte integrante della vita di tutti.
Quindi non solo immagini ma anche parole.
Si in realtá non avrei mai pensato di mettermi a scrivere. Le mie professoresse di Italiano non mi hanno mai preso in simpatia diciamo ahahah! Ho incominciato con delle piccole didascalie, poi sono diventati pensieri, poi veri e propri modi per confessarmi in modo velato agli occhi degli altri. Credo che siano parte integrante delle mie illustrazioni.
Le tematiche che affronti nei tuoi disegni riguardano principalmente la sfera emotiva, come mai questa scelta?
Da empatico spassionato trovo gli stati d’animo e le emozioni perfettamente in linea con il mio modo di vedere le cose.
L’illustrazione è anche terapeutica per te.
Sono molto emotivo e questo mi ha causato non pochi problemi, sono sempre stato quello introverso che non parlava molto. Con l’illustrazione trovato un modo per trasformare questa mia emotivitá in qualcosa che mi fa stare bene.
Hai instaurato un rapporto speciale con i tuoi followers trovando anche la maniera di coinvolgerli attivamente nel processo creativo.
Credo che la gentilezza sia sottovalutata oggi. Cerco sempre di essere il più presente possibile nonostante i miei impegni. Alla lunga si crea un legame, diventiamo quasi “amici di penna”. Cosí anche se da lontano proviamo a sentirci vicini. Ho pensato a un modo per integrare con i pensieri di chi mi segue, in modo da rendere il lavoro finale quasi come fosse familiare, personale. Cosí ci si sente parte di qualcosa di collettivo, é un pó come lavorare in un grande grande team.
Per l’appunto oggi pubblichiamo in anteprima la tua ultima illustrazione partecipata nella quale affronti il tema dell’essere indipendenti.
Sì, ho constatato che il tema è molto sentito. Sono arrivate centinaia di risposte dal mio “team” ed estrapolando quello che é venuto fuori ho capito che, per quanto ci si sforzi di essere indipendenti, senza cuore non si va da nessuna parte. Su questa linea di pensiero ho sviluppato il lavoro finale. Siamo stati bravissimi!
La domanda fatta da Pietro ai suoi followers attraverso le Instagram Stories
Alcune delle centinaia di risposte pervenute
L’illustrazione realizzata da Pietro sull’essere indipendenti
Secondo la tua esperianza si può conservare uno spirito indipendente anche quando si lavora per un cliente?
Penso che la parte più difficile di una commissione sia il far capire e far entrare le persone in un ottica di “bellezza oggettiva”. E sempre con gentilezza trovare il modo migliore per non rendere il lavoro un “lavoro” ma un progetto da seguire insieme.
Quali sono i tuoi progetti per l’anno appena iniziato?
Di solito non mi prefiggo nessun proposito se non quello di fare, fare e ancora fare! Credo che essere curiosi sia il miglior proposito per questo 2019.
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