Un pastiche di tecniche che spazia dal ritratto virtuoso allo schizzo veloce e un’altrettanto audace giustapposizione di elementi naturalistici ed astratti, a sintetizzare un carattere, un mutamento, uno stato d’animo. A suggellare lo stile un affascinanteante uso dell’incompletezza.
Elena Garnu dice poco di sé ma le sue magnetiche muse parlano il linguaggio della contemporaneità. Distanti ma riconoscibili divinità del quotidiano, colte nell’atto di allacciarsi il reggiseno o di asciugarsi una lacrima, forti e vulnerabili al tempo stesso, sono un insondabile mistero da cui è difficile staccare gli occhi.