Vi sarà capitato di riconoscere un volto umano in una macchia sul muro, nel groviglio delle radici di un albero o nel profilo di una roccia. Un’illusione della nostra mente che viene definita pareidolia, di cui vi abbiamo già parlato negli articoli dedicati a Virgin Honey e Vanyu Krastev. È anche un modo per “destare l’ingegno a varie invenzioni” come suggeriva da Leonardo da Vinci nel suo Trattato della Pittura.
Bennett Ewing aka Eyevan Tumbleweed ha messo in pratica il precetto del genio italiano. Originario del Massachussets, la sua singolare attività artistica è nata come una semplice collezione di pezzetti di legno raccolti tra i deserti, le montagne, i fiumi e le spiagge di oltre 35 stati diversi del mondo. Bennett è un amante della natura, infatti per le sue sculture non ha tagliato alcun albero: utilizza solo i pezzi caduti, slavati, tarlati e modellati dal tempo e dagli eventi naturali, così come sono, senza modificarne o alterarne la naturalezza. Ogni sua scultura è un’avventura e una sorpresa, perché l’artista non parte mai da un’idea precisa. Sono i frammenti a suggerirgli la forma finale e a guidare le sue mani. Un’esperienza anche spirituale. È lui stesso ad affermare che:
“Qualsiasi materiale usi per creare arte proviene dalla terra. Ritengo che i miei lavori rappresentino una sorta di vivida testimonianza di questo percorso.”
Sono almeno 500 i pezzi di legno che vengono utilizzati per ogni opera, e tanta colla e pazienza per assemblarli. In questa intervista potete scoprire i segreti della sua arte.