Vive e lavora a Parigi dove fa l’art director di giorno e l’illustratore di notte. Quentin Monge, infatti, è molto prolifico e, oltre all’illustrazione digitale, ha anche un grande talento per i collage.
Scorrendo il suo portfolio possiamo notare come il suo stile si stia sempre più semplificando. Forse è la tecnica del ritaglio con le forbici che influenza anche il suo disegno, perché lo costringe a sintetizzare le forme e le posture con un’economia espressiva che insegna a dire molto con poco. Quentin utilizza spesso anche gli spazi negativi per fare emergere dalla tavola nuovi soggetti.
I suoi personaggi non hanno un volto o un’espressione e sembrano muoversi come silhouette su una tappezzeria. Un’impostazione volutamente bidimensionale che ci ricorda i lavori della nostra Olimpia Zagnoli. Ma l’eleganza formale delle sue tavole è spesso anche concettuale, con uno spiccato senso dello humour che esprime, talvolta, utilizzando anche oggetti reali. Ci gioca divertendosi e divertendoci e ottenendo quell’effetto sorpresa e quell’immediatezza espressiva che usano, ad esempio, anche Jean Jullien o Christoph Niemann.