I disegni che Virginia Mori costruisce con una semplice penna Bic sono popolati di giovani ragazze in bianco e nero, di sogni che diventano incubi, di innocenza perduta e di sottile, perversa seduzione. Nel suo universo, in cui è impossibile distinguere il bene dal male, ogni tenero abbandono si rivela gesto crudele, e viceversa, in un gioco infinito di rimandi all’infanzia, all’amore, ad ognuno di noi.