[English version along the post]
Alessandro Gottardo aka Shout non ha bisogno di presentazioni: una sterminata lista di clienti prestigiosi, dal New York Times alla BMW, e una pletora di importanti premi vinti (tra cui brillano due Gold Medal della New York Society of Illustrators), lo collocano senza alcun dubbio tra gli illustratori più famosi nel mondo.
La forza e la ragione del suo successo poggiano sulla solida base concettuale che ha ognuno dei suoi disegni, perfettamente espressa da uno stile minimalmente rétro che (per citare la pubblicità di una celebre rivista) “vanta innumerevoli tentativi di imitazione”.
Se non fossi un illustratore, chi saresti?
Il mio vero sogno era quello di fare lo scrittore ma poi ho capito che sarebbe stato un bagno di sangue. La mia capacità di concentrazione è ridotta, non sarei mai riuscito a scrivere un intero libro. Oggi ti direi un lavoro all’aperto, a un certo punto ho immaginato che lavorare in un parco sarebbe stato un mestiere molto bello, visto che stiamo sognando a occhi aperti diciamo che sarei un giardiniere del Botanical Garden di San Francisco.
Quali sono le cose che consideri importanti per una carriera di successo?
Praticità, idee chiare, spirito di sacrificio, passione, umiltà, obiettività, curiosità, lungimiranza.
Sei un professionista pluripremiato e acclamato a livello internazionale, che rapporto hai con le tue illustrazioni, con che occhio le guardi?
Non ho alcuna delle mie illustrazioni appese alle pareti della mia casa, gli inglesi direbbero “I’m sick of it” ma forse è un’espressione troppo dura, diciamo che ho un rapporto freddo e caldo, amo il mio mestiere ma al tempo stesso non dò importanza alcuna ai miei disegni. Cerco di guardarli obiettivamente, se ho fatto un buon lavoro lo ammetto e me ne prendo i meriti, al tempo stesso li guardo pensando a come li avrei potuti fare meglio. In linea più generale però penso sempre al progetto successivo e molto poco a quello che ho appena consegnato.
Ti capita di avere dei black-out creativi, e se sì, come risolvi l’impasse?
Fortunatamente sempre meno, la pratica decennale, inchiodato a realizzare più di un’illustrazione al giorno ti mette nelle condizioni di risolvere sempre il problema in un modo o nell’altro. Insomma quando l’ispirazione non aiuta si usa il mestiere. Uno dei luoghi che mi aiuta a fantasticare maggiormente è la piscina, mentre nuoto la mente si slega dal corpo e riesce a immaginare con maggiore facilità, forse per questo ho realizzato così tante immagini con l’acqua.
Hai dei modelli a cui ti ispiri, per stile o attitudine?
Ho sempre ammesso di avere grossi debiti di riconoscenza con grandi maestri italiani quali Guido Scarabottolo, Beppe Giacobbe, Lorenzo Mattotti e Franco Matticchio, con alcuni di loro oggi mi posso considerare buon amico con gli altri ho avuto la possibilità di fare due chiacchiere e discutere del nostro mestiere come mai avrei immaginato fino a 15 anni fa; li ho anche personalmente ringraziati per ciò che mi hanno dato come è giusto che fosse. Altro grande maestro da cui ho rubato qualcosa è Brad Holland, come molti di noi d’altronde. Oggi le cose che mi ispirano sono quelle che stanno intorno a me.
Raccontaci un desiderio che non hai ancora realizzato.
Mi piacerebbe tornare a lavorare con tecniche tradizionali e, sebbene molto lentamente, sarà quello che farò ma solo per progetti personali. Per il resto la mia vita è esattamente come vorrei che fosse, godo di quello che ho e che mi sono conquistato pienamente considerandomi fortunato ogni giorno che passa.
—
Alessandro Gottardo aka Shout, doesn’t need any introductions: an endless list of prestigious clients, from the New York Times to BMW, and a plethora of important awards, including two Gold Medal from the New York’s Society of Illustrators talk for him. The strength of conviction is having a solid concept base, which every design, perfectly expressed in a minimalist retro style “praise innumerous proofs of imitations”.
If you weren’t an illustrator what would you be?
My dream was to be a writer but then I realized that it would be dreadful, I understand that I have a reduced concentration span. I wouldn’t be able to write a whole book. Today I would like to work outside, at one point I imagined that I was working in a park on a beautiful artwork and I saw with open eyes I was a gardener for the Botanical Garden in San Francisco.
What things do you think are important for a successful career?
Practical, clear ideas, self sacrifice, passion, humility, clear aims, curiosity, longevity.
You are an internationally acclaimed, multi award winning illustrator. How do you see your illustrations?
I don’t have any illustrations hanging in my house, in English we say “I’m sick of it” but maybe it’s an expressions which is too strong. I have a hot and cold relationship, I love my work but at the same time I don’t give much importance to my designs. I look at them objectively, if I have done a good job I give myself praise but at the same time I think how I could have done better. Generally I always think about my next project rather than what I have just finished.
Does it ever happen that you have a creative block? If it does, how do you solve the impasse?
Luckily less and less, after ten years practice and having my than an illustration a day, I try to solve the problem one way or another. When inspiration doesn’t help I use work instead. One of the place which helps me dream is the swimming pool. While I’m swimming the brain disengages from the body and I can dream. Maybe this is why I have realized lots of images of water.
Do you have any muses for style or attitude?
I always have debts of gratitude to the grand Italian masters such as Guido Scarabottolo, Beppe Giacobbe, Lorenzo Mattotti and Franco Matticchio. With some of them we can consider them good friends, with others I have been able to chat and discuss our work like I haven’t imagined until 15 years ago. I have personally thanked those for what they have given to me. Another grand master who I have stolen something from is Brad Holland, how many of us. Today I’m inspired by things around me.
Tell us a wish you haven’t realized yet.
I would like to go back to work with traditional art and slowly it will be what I will do but only for personal projects. My life is exactly how I wish it was, I enjoy what I have and what I have done; I feel lucky every day that passes.
Translations: Francesca Dell’Omo