La sindrome di Peter Pan è quella situazione psicologica in cui si trova una persona che si rifiuta di crescere, diventare adulta e assumersi le proprie responsabilità. Giovanni Pascoli ci spiega invece attraverso la “Poetica del Fanciullino” che quest’ultimo è riconducibile ad una voce nascosta in ognuno di noi, che si pone in contatto con il mondo attraverso immaginazione e sensibilità. In “Uno, Nessuno e Centomila” Luigi Pirandello scrive: “Ogni realtà è un inganno“. E dunque quale delle mille identità che mostriamo ogni giorno può essere presa per vera? Lasciando ora perdere gli offuscati ricordi del periodo liceale e le lezioni di letteratura, soffermatevi invece sul lavoro di Cristian Girotto che sdrammatizza questi concetti, realizzando la serie ”L’Enfant Exterieur” che ci mostra quanto ancora possiamo essere piccoli nonostante barba e labbra rifatte.
L’Enfant Exterieur
Vestire alla marinara e raccattare abiti scampanati, con un paio di euro in Senigallia, per manifestare la nonchalance dell’eleganza vintage. Crema e caffè, sebbene invernali, colorano chemisier accarezzanti pelli anemiche. Questo, il significato del vento. Al di là di quell’esposizione dal sapore preistorico, matrone del mercato improvvisano slogan accattivanti, impossibilitando il rifiuto. Respingere la consapevolezza di un’acquisto vano, per il puro piacere di spendere. Scopro di non poter sopportare l’idea di un futuro benestante, nel momento stesso in cui l’edicolante riesce a strapparmi una ventina di euro, un martedì pomeriggio qualunque. Mi piace scrivere, ma solo se quando lo faccio non dico cose interessanti. Mi chiamo Cecilia ed ho dei bei capelli.
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