Dopo Micromegalic Inscriptions, la serie dedicata alle acqueforti rococò, l’artista siciliano Matteo Mauro sposta l’attenzione sui grandi classici dell’impressionismo. En-Plein Air è il titolo di una nuova sperimentazione che, partendo dai dipinti dei grandi maestri del movimento come Monet e Henri-Edmond Cross, si propone di proiettarne il lavoro nel ventunesimo secolo attraverso l’utilizzo di strumenti e tecnologie squisitamente digitali.
L’intervento di Matteo, che nel momento in cui scriviamo si è è stabilmente trasferito a Londra, consiste nel “ringiovanimento” delle opere inteso non come astrazione ma come aggiunta di un nuovo linguaggio al contesto esistente, e si colloca nell’ambito dell’Arte Generativa. Gli strumenti principali che utilizza sono programmi di modellazione e di sculpting con “argilla digitale”. A questi si aggiunge un processo basato su codici in linguaggio Java e tecniche di intaglio analogico.
Il processo di pittura inizia con un’analisi e una comprensione della visione e dei metodi di pittura dell’impressionista. La fonte storica non viene cancellata ma diventa una parte fondamentale della nuova creazione. Gli strumenti dell’artistra, come i pennelli, diventano agglomerati di colori controllati da istruzioni codificate. Se l’impressionismo è considerato il primo passo verso la rivoluzione della pittura moderna, En-Plein Air esalta questo passo, permettendo alla storia di sfruttare l’attuale rivoluzione dell’arte digitale.
Per scoprire gli altri lavori di Matteo Mauro andate sul suo sito web (nel quale trovate anche interessanti interviste ed approfondimenti) e seguitelo su Instagram.